Omicidio (Homicide)
E' sera, una come tante, le strade si assomigliano tutte.
Deserto... La strada e' vuota, non c'e' piu' nessuno in giro.
La scarsa illuminazione da' un senso di tristezza, solitudine.
Il forte vento che imperversa piega i pini della strada vicina ed ulula fra i vicoli, il silenzio, interrotto da un barattolo di latta trascinato dal vento.
Si sente una forte voce provenire dall'alto, "Compra Blum! E il tuo bucato sara' piu' felice", una pubblicita' trasmessa da un televisore con il volume molto alto...
La notte trascorre tranquilla lungo la via, mentre fuori imperversa il vento.
Le persone sono ormai tutte in casa ad assaporare il tepore di un letto caldo, qualcuno, ancora sveglio, si crogiola guardando la TV...
Il tempo passa inesorabile nel palazzo, quando da una porta del terzo piano si ode una voce alquanto irritata, "Basta! Sono le tre di notte! Non ne posso piu', io vado a dirgliene quattro! Io devo dormire...", quasi come risposta una voce calma e femminile "Dai caro, calmati... Bussagli alla porta, lo sai che a volte gli capita di addormentarsi con la televisione accesa..."
Una delle due porte del terzo pianerottolo si apri' e ne usci' un setter sulla trentina in pantofole e vestaglia che si avvicino' ed inizio' a suonare il campanello della porta accanto.
"Paul! Apri! Sono Henry! Lo spegni quel televisore???", spazientito dal fatto che non riceveva risposta Henry decise di battere sulla porta, ma non appena la tocco' si accorse che era aperta.
"Paul? Sono Henry, sto entrando...", Henry spinse la porta ed entro', si reco' subito verso il salotto, conosceva bene la casa di Paul, si conoscevano da quando Paul si trasferi' in quel palazzo, circa un paio di anni prima.
Entrando nel salotto, Henry, vide Paul di spalle, seduto sul suo divano proprio di fronte al televisore acceso, "Svegliati Paul! Quel televisore sta tenendo sveglio tutto il condominio!", Henry si avvicino' dopo di che mise la zampa destra sulla spalla di Paul e lo scosse per svegliarlo "Paul?".
La testa di Paul si inclino' e si appoggio' sulla mano di Henry, poi rotolo' in avanti fino a cadere dal divano lasciando una scia di sangue e fermandosi vicino ad un vaso di fiori, Henry urlo' dalla paura ed indietreggio' "NOOOOO!!!", indietreggiando inciampo' nel tappeto e cadde a terra, terrorizzato continuo' ad allontanarsi camminando a gattoni, lo sguardo fisso verso quell'orrore, la paura, le gambe che gli tremavano.
Riusci' a raggiungere la porta, li si fece coraggio e si alzo' per poi correre in casa sua.
Entro' irruento in casa, Kitty, la moglie, vedendolo bianco in faccia e con un espressione fissa verso il vuoto gli chiese "Che e' successo? Cosa e' stato quell'urlo?".
Henry non le rispose ma si lancio' sul telefono, alzo' la cornetta con la mano sinistra e mentre stava componendo un numero si accorse di avere la mano destra sporca di sangue.
Reagi' colpendo il telefono e facendolo cadere assieme ad un porta fotografie li vicino, che cadendo si ruppe, dopo di che si appoggio' al muro e si accascio' su di una sedia li vicino.
Seduto sulla sedia, con le mani sulla faccia, preoccupo' la moglie che capi' che non era il momento di chiedere.
Kitty lo prese per un polso e gli disse "Vieni, andiamoci a lavare le mani".
Con la sua voce calma, riusci' a tranquillizzarlo un po'.
Dopo essersi lavato le mani, Henry raccolse il telefono da terra, poso' la cornetta e la rialzo', poi compose il numero della Polizia.
Il telefono squillo' a lungo, uno, due, cinque squilli, poi qualcuno rispose, Henry non gli diede il tempo di parlare che disse subito "Pronto? Polizia? Mandate subito una pattuglia in via Washington!!!"
"Si calmi" rispose il poliziotto, "Si calmi e mi dica per prima cosa lei chi e'..."
"Mi chiamo Henry Moore"
"Mi dica signor Moore, qual'e' il problema?"
"C'e' stato un omicidio!"
"E lei come lo sa?"
"Ho visto il cadavere!"
"Ne e' sicuro?"
"Certo! Per chi mi ha preso? So riconoscere un morto da un vivo!"
"Va bene, signor Moore, mi dia l'indirizzo"
"Via Washington numero 59, e' un grande palazzo grigio con un fioraio vicino al portone"
"Va bene signor Moore, ora le dovrei chiedere di rimanere li in attesa dell'arrivo degli agenti"
"Si, si... Mi troveranno qui"
"Buona serata"
"Si... Si..."
Henry, irritato dal poliziotto, nel chiudere la conversazione, sbatte' la cornetta "E queste dovrebbero essere le persone che dovrebbero garantire la nostra sicurezza? Mi trattava come se fossi un ritardato!", "Calmati, tesoro" disse Kitty, "Lasciali fare il loro lavoro..."
Henry e sua moglie si abbracciarono, lui non era ancora del tutto lucido, la vicenda lo aveva scosso parecchio.
Il silenzio della notte insanguinata fu interrotto per la seconda volta, delle sirene in lontananza attirarono l'attenzione di Kitty, che stava bevendo del Te' appoggiata al bordo della cucina, Henry era seduto ed appoggiato al tavolo, un braccio faceva da cuscino, mentre l'altro teneva in mano una tazza, "Henry, preparati, sta arrivando la Polizia" disse Kitty.
Henry si alzo', "Vieni con me, per favore... Non me la sento di affrontarli da solo."
I due si vestirono e poco prima di scendere squillo' il citofono, "Il signor Moore? Sono della Polizia, ci apra per favore...", "Aperto? Salite al terzo piano", "Si, grazie."
Al terzo piano arrivarono otto persone, quattro delle quali erano in divisa della polizia e due avevano una valigetta grigia di metallo.
Non appena videro Henry e sua moglie, uno degli agenti in borghese si avvicino' e chiese "E' lei il signor Moore?", "Si, sono io", l'agente porse la mano e disse "Piacere, io sono l'investigatore Foxy, mentre questo e' il mio collega, l'investigatore Dines", Henry strinse la mano all'investigatore "Piacere di conoscervi, io sono Henry questa e' mia moglie Kitty. In cosa posso esservi di aiuto?", "Semplicemente dedicarci un po' del suo tempo. Per prima cosa mi dica dove si trova il cadavere", "Mi segua. Kitty, tu resta qui, non e' un bello spettacolo..."
Henry, seguito dagli investigatori, mostro' la porta aperta della casa di Paul "Ecco, questa e' la casa del mio amico Paul Pets... O forse sarebbe meglio dire, era... Scusatemi, ma io non voglio entrare, sono ancora scosso, ho scoperto io il cadavere...", "Va bene signor Moore, ci indichi dove si trova" disse l'investigatore annuendo, "Ecco, entrando subito sulla destra, lui e' li, sul divano!".
Henry rimase sulla porta, mentre i due investigatori entravano nell'appartamento, si avvicinarono al divano, dove il corpo esanime giaceva, una volta trovato, l'investigatore Dines usci' a chiamare i ragazzi della scientifica, per prendere i rilevamenti del caso.
Nel frattempo, Henry era tornato sull'uscio della sua casa dove c'era sua moglie ad attenderlo, si abbracciarono ancora, lui era piu' tranquillo, ma il pensiero di cio' che aveva visto lo turbava, Henry chino' il capo per baciare Kitty, ma quasi come per farlo apposta usci' l'investigatore Foxy assieme al suo collega "Mi scusi signor Moore...", "Mi dica", "Vorremmo farle qualche domanda, e dopo dovrebbe seguirci al distretto per fare una deposizione", "Voglio la presenza del mio avvocato!", Dines, vedendo Henry agitato gli disse "Non si preoccupi, non la stiamo accusando di nulla, le vorremmo fare qualche domanda informale prima della sua deposizione in centrale, dove se vorra', potra' essere presente anche il suo avvocato. In ogni caso non le stiamo movendo nessuna accusa e' solo una discussione come fra amici".
Henry titubo', incrocio' gli occhi di Kitty che sembravano dire di fidarsi e a quel punto fece cenno ai due investigatori di entrare "Entrate, qui parleremo piu' comodamente..."
Henry fece accomodare i due ad un tavolo rotondo "Posso offrirvi qualcosa? Non so del caffe' o del te'?", Foxy guardo' Dines "Hummm, due caffe' andranno benissimo, grazie!", Kitty ando' in cucina e mise su il caffe', nel frattempo Henry si sedette al tavolino, Foxy usci' un piccolo registratore portatile che fece saltare in aria Henry "Se questo e' un dialogo "fra amici" tolga quel registratore!", Dines annui' e fece un gesto al collega, che ripose il registratore in tasca.
"Mi dica", inizio' Foxy, "In che rapporti era con la vittima?"
Henry, destato dalla domanda disse "Come scusi?"
"In che rapporti era con la vittima? La conosceva? La frequentava?"
"Si lo conoscevo..."
"Da quanto tempo?"
"Da poco piu' di due anni, quasi tre... Da quando si trasferi' qui, in questo palazzo"
"In che rapporti eravate lei e la vittima?"
"Eravamo poco piu' che amici, ci conoscevamo bene e ci frequentavamo, qualche volta siamo usciti insieme per una birra, qualche partita al biliardo... Insomma, amici come tanti! Agli inizi conosceva solo me, si era appena trasferito da fuori"
"Da quale citta' proveniva?"
Il discorso venne interrotto da Kitty che entro' nella stanza con in mano un vassoio con sopra quattro tazze e una zuccheriera "Il caffe' e' pronto, servitevi pure! Non ho messo zucchero in nessuna delle tazze, non so come lo gradite...", "Grazie io lo prendo amaro" esclamo' Foxy mentre Dines si verso' due cucchiaini "Grazie signora, molto gentile... Se non le dispiace" intervenne Dines rivolgendosi ad Henry, "Vorrei farle un'altra domanda, dopo di che dovrebbe seguirci in centrale per la deposizione..."
"Va bene, mi dica"
"Il signor Pets era sposato? Frequentava una donna in particolare?"
"Mi lasci pensare"
Henry si mise una mano sul naso e chiuse gli occhi, poi si volto' verso sua moglie che non fece
alcun cenno, si rigiro' verso l'investigatore Dines
"No, non mi sembra... In verita' non frequentava molte persone, donne, per quanto lo conoscevo, ne ho viste poche nella sua vita"
Intromettendosi nel discorso, Kitty aggiunse "Aspetta caro! Non ti ricordi? Da qualche tempo non frequentava una ragazza?"
"Si vero!"
"Si ricorda il nome o almeno la puo' descrivere?" Domando' Dines
"No, non l'ho conosciuta, l'ho vista solo un paio di volte"
"Sarebbe in grado di descrivercela?"
Henry ci penso' un momento, poi disse "Si, credo di si... Alta, molto alta, credo sul metro e ottantacinque centimetri circa, capelli lunghi biondi, eta' sulla trentina, dalla corporatura, secondo me, deve essere una tipa che va molto in palestra... Dall'odore, anche se misto ad un profumo molto intenso, ho capito che era un felino, ma nulla di piu'"
"Va bene cosi', la ringraziamo per la collaborazione signor Moore, ora le chiamo due agenti che la accompagneranno alla centrale, noi vi raggiungeremo su di un'altra macchina, ci rivedremo li"
"Si... Devo venire con la mia auto?"
"Si, cosi' dopo avrete come tornare. Signora Moore, le dispiacerebbe venire pure lei?"
Kitty, meravigliata dalla domanda, chiese "Si non ho problemi, ma perche'?"
"Non si preoccupi, solo per completare i verbali" Esclamo' l'investigatore Foxy
"Ora se non le dispiace, dovremmo andare" Aggiunse Dines
A questo punto i coniugi Moore rimasero soli nel loro appartamento, i due investigatori uscirono e parlarono con due dei quattro agenti, poi Foxy si allontano' ed entro' nell'appartamento della vittima per sincerarsi sull'operato degli uomini della scientifica, li vide che lavoravano molto alacremente, anche se uno di loro non sembrava molto convinto di quello che stava facendo.
"Come va ragazzi?"
"E come deve andare? Abbiamo un cadavere senza testa, abbiamo la testa e il presunto luogo del delitto... Come deve andare? Una meraviglia!" esclamo' uno dei due criceti della scientifica.
"Sempre acido di prima mattina, vero Ricky? Comunque, perche' dici "presunto luogo del delitto"? Pensi che non lo abbiano fatto fuori qui?"
"Effettivamente", si intromise Rik, "Ci sono elementi discordanti, tipo il cadavere, tagliare una testa significa spargere veramente molto sangue, e qui tutto sommato non ne abbiamo trovato molto, questo fa pensare che l'omicidio sia stato eseguito altrove"
"Portare in giro un cadavere privo di vestiti e testa, con il rischio di essere visti, anche nel condominio, mi sembra eccessivo. Avrebbero potuto buttare il corpo da qualche parte senza rischio..." interruppe Foxy
"Vero anche questo, ma manca qualcosa... Fino adesso abbiamo trovato pochi tipi di impronte, il televisore acceso, poi il getto di sangue fa pensare che non deve essere morto da molto, non abbiamo trovato tracce di sangue sui vestiti ne nelle altre stanze."
"Cosa sapete dirmi che potrebbe essermi di aiuto?"
"Al momento niente di piu', magari dall'autopsia..."
"Ho capito, niente... Quando mi fate avere il referto sulla casa ed il cadavere?"
"Credo domani, la casa la finiamo oggi o al massimo torniamo, Ricky sta gia' facendo le foto."
"Bene... Vi lascio due uomini, noi torniamo in centrale."
"Ci vediamo..."
Foxy, uscito dall'appartamento, si diresse verso i due agenti che chiacchieravano fra di loro e li interruppe "Noi andiamo, mi raccomando, sorvegliate e non fate avvicinare nessuno, quando arrivero' ala centrale vi mandero' il cambio."
"Posso avvertire mio cognato al giornale?" fece uno dei due agenti con fare eccitato
"No! La notizia non deve uscire ora, aspettiamo di saperne di piu'."
"E non fare come l'altra volta, se trovo anche una sola riga sull'accaduto, te la vedrai con il capitano." aggiunse Dines con un tono vagamente alterato
"Ma provate a capirmi, mio cognato chiede sempre se ci sono notizie, insiste sempre, informazioni come queste..."
"Quando potrai passargli la notizia ti avvertiremo, non ti preoccupare, sarai il primo a saperlo." lo interruppe Foxy
"Ma..." aggiunse timidamente l'agente
"Ma ci siamo spiegati e non voglio piu' tornare sull'argomento." chiuse bruscamente Dines.
Pochi minuti dopo, Foxy interruppe il silenzio che aleggiava in macchina "Hai registrato tutto, vero?", "naturalmente, non mi sono perso una parola da quando siamo arrivati"
"Cosa ne pensi?"
"Non saprei, mi sembrano sinceri"
"Non basta..."
"Lo so... Ma c'e' qualcosa che non quadra, non sembra anche a te?"
"Ti riferisci al luogo del delitto?"
"Si"
"Vedremo, per ora aspettiamo il referto della scientifica, poi domani facciamo un sopralluogo"
La notte continuava tranquilla a passare, il suo silenzio sembrava quasi voler celare qualcosa, una cosa era certa, quella notte non voleva piu' finire.
Le strade, tutte uguali, si susseguivano lentamente, le fioche luci dell'alba si iniziarono ad intravedere, un forte raggio sbreccio' la cupe notte che lascio' il posto al giorno e la citta' riprese a vivere come se nulla fosse accaduto.